mercoledì 6 ottobre 2010

Singin' in the dark - cantare nell'oscurità

"Quando il viandante canta nell'oscurità, rinnega la propria apprensione, ma non per questo vede più chiaro."
Sigmund Freud, Inibizione, sintomo e angoscia (1925)

<<In generale, io non sono per la fabbricazione di concezioni del mondo. Si lasci pur questo ai filosofi, i quali dichiarano di non credere che si possa intraprendere il viaggio della vita senza un simile Baedeker, che dà informazioni su tutto. Accogliamo umilmente la commiserazione con la quale i filosofi, dall'alto delle loro superiori esigenze, guardano in basso verso di noi. Dato però che neppur noi possiamo sconfessare il nostro orgoglio narcisistico, osserveremo a nostra consolazione che tutte queste "guide di vita" invecchiano presto, che il nostro piccolo lavoro, per quanto miope e limitato, è ciò che rende necessari i loro ammodernamenti, e che tutti questi "Baedeker", anche i più moderni, altro non sono che tentativi di rimpiazzare il vecchio catechismo, così confortante nella sua completezza. Sappiamo bene quanta poca luce la scienza abbia saputo proiettare sin qui sull'enigma di questo mondo, e non c'è chiacchiera di filosofi che possa cambiare questa realtà; solo proseguendo pazientemente il lavoro indefesso che tutto subordina alla ricerca della certezza, si può produrre a poco a poco un mutamento. Quando il viandante canta nell'oscurità, rinnega la propria apprensione, ma non per questo vede più chiaro.>>
Sigmund Freud, Inibizione, sintomo e angoscia (1925), in S.Freud, Opere, v. 10, 1924-1929, Boringhieri, Torino 1978, a cura di C.L.Musatti; pp. 245-246

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