mercoledì 24 agosto 2011

Proctor, Bob, Sei Nato Ricco
Sinclair, Robert S., Thinking and Writing
Piro, Sergio, Trattato della ricerca diadromico-trasformazionale

lavoro su questi tre testi;
Libri a confronto – testi a confronto –
libri “facili”, libri “difficili”;
3 esempi: 3 livelli di testo; analisi – misura; struttura; linguaggio; - complessità -
complessità e semplicità; semplificazione e semplicismo;
il “messaggio”, quello che “passa”;
i temi -


Oggi vorrei iniziare a parlare di tre libri:

Proctor, Bob, Sei Nato Ricco
Sinclair, Robert S., Thinking and Writing
Piro, Sergio, Trattato della ricerca diadromico-trasformazionale

lavoro su questi tre testi. Li avevo trovati da un po' e messi da parte. Riprendendoli, come per caso, ho notato che c'è qualcosa (come spesso accade!) che li "lega". Che cosa? Come, e perché?
Cerco di andar con ordine.

Se mettiamo i testi di questi tre libri a confronto, balza all'attenzione che sono molto diversi.

Sono 3 esempi: 3 livelli di testo. Sono diversi per linguaggio, struttura, complessità... La prima cosa che forse viene da dire, secondo me, può essere che sono diversi per difficoltà. Anche se i temi che affrontano sono tutti importanti e hanno un grande rilievo nelle nostre vite, ci si accorge come gli autori abbiano un modo di esporre molto diverso per difficoltà.

Probabilmente non è un nome nuovo quello di Bob Proctor.
"Facile"?
Se questo è facile, chissà gli altri...
Facile o banale.
Commenti.
Il mio commento. Il tuo? (ma sto leggendo solo un estratto - - - )

Sinclair
Ah, questo sì che mi intriga, al primo sguardo! La fonte da cui traggo il libro è, nientemeno, il sito della CIA. Ora, io nemmeno li guardo quei film e telefilm basati su missioni, indagini, servizi segreti (con le contrastanti retoriche di eroismo/complottismo)... e allora? Che ci faccio sul sito della Central Intelligence Agency? Il punto è che l'argomento del libro di Sinclair riguarda gli impieghi e le ricerche delle scienze cognitive, e si dà il caso che l'autore che vi si è dedicato lavori per l'Intelligence da decenni.
Il tema mi affascina.
Come funziona il cervello, che cosa ha a che vedere questo con la realtà esterna, e che interesse rivestono queste dinamiche a livello di organizzazione sociale?
C'è tutto quello che serve per incollarmi alla lettura, e avere voglia di condividerla.
Il linguaggio è molto chiaro, anche se la materia è sofisticata, complessa, del tipo difficile.

Veniamo alla "chicca" finale: Diadromica e trasformazione. Mi sembra già uno di quei titoli che almeno uno su dieci tra noi si rifiuta di leggere - "Eh? Diadro che??", sembrano quei paroloni che affascinano e/o tormentano uno studente medio di medicina al primo anno - le tipiche parole per vantarsi di "parlare difficile". E infatti, nel campionario di libri difficili, questo sembra candidato ai primi posti.
Come sempre, però, se le parole difficili non sono usate a caso, hanno una ragione d'essere.
In questo caso, per me sono come poesia. Se "trasformazione" può suggerire un certo tipo di significati, ed è una parola ben nota e frequente negli usi comuni, "diadromica" è una di quelle parole che, anche se le conosci, anche se le scrivi, forse nemmeno ti è mai capitato di pronunciare, e quasi mai avrai occasione di usare. Ma è bellissima. Dà un significato assai più preciso e insieme immaginifico di quello che si intende qui con "trasformazione". Qualcosa che ha a che fare con un "passare attraverso", un passaggio che insieme si attraversa e in cui, contemporaneamene, qualcosa "ti" attraversa... Sicché, allo sbocco del passaggio, ti senti trasformato, nel senso che sei cambiato dentro... ma dentro e fuori non sono più la stessa cosa, a loro volta, e non sai come dirlo, cosa dire... Sei dall'altra parte: tutto ricomincia, ma qualcosa è già stato. Sei trasformato; diadromicamente.
In realtà devo subito fare una rettifica sulle mie prime impressioni. L'autore è preciso e non lascia i concetti al caso: come molti altri termini, diadromica è esattamente definito, e non significa tanto ciò che mi suggerirebbe al primo impatto, ma piuttosto ha a che vedere con la formulazione ed esposizione di una teoria a partire da spunti apparentemente o di fatto disparati e slegati: nel "correre qua e là", nell'"andare a zig-zag" dell'approccio costitutivo della diadromica, correndo e ricorrendo da un punto ad un altro man mano si articola un discorso complesso: la diadromia è “proliferazione locale di spunti teorici mutualmente incompatibili”, p.31; p,32.
Bellissimo, il piccolo filologo che sonnecchia nella mia coscienza è lì che saltella e pretende di averne ancora. Ma dovrà accontentarsi.

Mi riprometto di leggere questi libri, anche solo per passaggi antologici. Pazienza se il lavoro verrà un po' approssimativo: ci sarà tempo per correggere.







analisi – misura; struttura; linguaggio; - complessità -
complessità e semplicità; semplificazione e semplicismo;
il “messaggio”, quello che “passa”;
i temi -