giovedì 24 maggio 2012


Zygmunt Bauman, "Paura liquida", (2006), Laterza, Roma-Bari 2009 (ed.2012)

Non mi persuade, questo autore. Trovo molto di quello che chiamo "pensiero esorcistico" in ciò che scrive. Prendo qualche appunto - chissà che non ne venga qualche spunto buono. Come per ogni scrittura esorcistica, però, non si può leggere senza avere come contraltare un "positivo" da opporre.


"'Paura' è il nome che diamo alla nostra incertezza: alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da fare - che possiamo o non possiamo fare - per arrestarne il cammino o, se questo non è in nostro potere, almeno per affrontarla", p.4;


"Questo libro, in altre parole, è solo un invito a pensare di agire, e ad agire consapevolmente: non è un libro di ricette. Esso si prefigge unicamente di avvertirci del tremendo compito che dovremo certamente affrontare (che lo sappiamo o no, che lo vogliamo o no) per gran parte di questo secolo, nella speranza che l'umanità sappia portarlo a termine e, alla fine, si senta più al sicuro e sicura di sè di quanto non fosse all'inizio", p.29;

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